Pressione alta e attività fisica

Sono passati molti anni da quando, causa malattia, lo sport veniva vietato ad alcune persone a seconda della patologia che avevano.

Effettivamente, durante e subito dopo l’attività fisica alcuni valori come: glicemia, colesterolo e pressione possono (ma non sempre) subire un incremento, sia durante che immediatamente dopo lo sforzo, ma la buona notizia è che questo aumento dei valori è solo momentaneo e di adattamento allo sforzo, come avviene per la frequenza cardiaca che sotto sforzo aumenta.

Finalmente è chiaro a tutti che fare attività fisica porta benefici a qualsiasi livello: fisico, mentale e sociale. Più che escludere una determinata attività fisica, se la pressione è alta in genere scelgo il protocollo di lavoro da fare in base allo stato di salute generale dell’allievo, valutato dal medico e certificato che lo stesso possa seguire dello sport in linea generale. Non escludo a priori tipi di allenamento, ma considero la persona a 360 gradi: avere una visione completa della persona è di fondamentale importanza, come lo sono anche i risultati dei test fisici oltre che il parere medico, questi sono i parametri base da cui partire.

E’ banale dire attività aerobica e la pressione si abbassa, questo per me non ha significato, a questo punto la persona può andare tranquillamente al parco, a fare delle passeggiate o in piscina a nuotare. Le variabili individuali da tenere in considerazione sono infinite e le cause diverse: la pressione può essere alta per patologia, per stress, per cattiva alimentazione o per tutte e tre i motivi messi insieme.

Per prendere una decisione sul tipo di allenamento da svolgere, bisogna conoscere la causa di questo disagio (definiamolo così), e come sempre non deve e non può mancare il riscontro con il medico referente che conosce esattamente la causa, non solo in quanto medico ma più che altro perchè dovrebbe conoscere il suo paziente, le sue abitudini, il suo trascorso, ecc. Far fare attività aerobica e basta lascia il tempo che trova, e poi quale attività aerobica? Con quale intensità? Quale somatotipo abbiamo davanti a noi?

Una persona con un addome prominente, ad esempio, avrà risultati diversi con un allenamento anaerobico (con i pesi per intenderci), ma la stessa persona potrebbe avere discreti risultati se la condizione di salute generale fosse buona, l’ipertensione è moderata e se si associasse al lavoro con i pesi anche un allenamento aerobico, ad esempio l’uso del tapis roulant. Potremmo definirlo tutto sommato un allenamento classico, se non scendiamo nei particolari, ma non solo questa soluzione d’allenamento è un classico, l’esempio dell’allievo con l’addome prominente e pressione moderatamente alta è una situazione molto frequente tra gli uomini occidentali.

Le variabili e le situazioni che si trovano sul campo sono infinite, sia come soluzione d’allenamento che delle peculiarità che ogni persona porta con se. Per programmare l’allenamento a chi ha riscontrato i valori della pressione fuori range, bisogna tener presente il risultato dei test fisici e valutare cosa è stato detto nel primo colloquio, quando si è incontrato l’allievo per la prima volta, e quali domande abbiamo posto per capire la situazione. Queste domande, fatte durante il primo colloquio, hanno sempre un’importanza fondamentale, soprattutto in alcune situazioni come un soggetto con pressione alta, fanno parte dei parametri base dal quale partire per programmare l’allenamento e il percorso di supporto a completamento di questo.

L’ipertensione, presente in proporzioni epidemiche negli adulti delle società industrializzate, è associata con un marcato aumento del rischio cardiometabolico. Vi è un continuo dibattito circa l’opportunità di trattare farmacologicamente i soggetti con ipertensione lieve o moderata, per i quali vi sono certezze a favore dell’esercizio aerobico come terapia. L’American College of Sport Medicin raccomanda l’esercizio di resistenza come strategia non farmacologica per la riduzione dei valori di pressione arteriosa. Le modalità di frequenza e d’intensità raccomandate sono analoghe a quelle consigliate per il mantenimento del fitness cardiovascolare in adulti sani. Le persone fisicamente attive hanno un’incidenza di mortalità inferiore rispetto ai sedentari, quindi sembra ragionevole raccomandare l’esercizio nel trattamento iniziale dell’ipertensione lieve e moderata. Alcuni soggetti ipertesi pare non traggano beneficio dall’esercizio di resistenza in termini di riduzione dei valori di pressione arteriosa. Si tratta di pazienti ipertesi e in sovrappeso, con elevati livelli plasmatici di renina, bassi livelli di norepinephrina, alta gittata cardiaca, alto rapporto sodio potassio. (FONTE: Fitness cardiometabolico: Il manuale di Pietro Mariano Casali, Luca Marin, Matteo Vandoni, edito Calzetti Mariucci).

Sicuramente sono d’accordo e va detto che in presenza di soggetti senza terapia medica vanno evitati esercizi come crunch per gli addominali, evitare apnee durante esercizi di stretching, sconsigliato in alcuni casi il lavoro isometrico. Ad ogni modo le innumerevoli variabili presentate dal singolo individuo non consentono di creare linee guida sufficientemente attendibili, il lavoro andrà adattato alle capacità e alle necessità del soggetto in quel momento. Mentre, per una persona sana e senza alcun tipo di difficoltà fisica, l’allenamento può e deve essere programmato sia a breve che a lungo termine, in base alle risposte fisiche che riesce a dare.

Capire la causa per arrivare al protocollo allenante è un passaggio imprescindibile, inoltre è fondamentale la somministrazione dei test. Una volta deciso l’allenamento, si può utilizzare uno strumento per monitorare le sedute: la Scala di Borg modificata, in modo da avere il controllo non invasivo e pratico durante la seduta allenante, ed eventualmente prendere appunti sui progressi fatti o non fatti, così da gestire al meglio le sedute successive.

La Scala di Borg modificata è una tabella con dei numeri e accanto un valore, ad esempio 5 corrisponde ad insopportabile. Essa serve a capire, in modo molto diretto e semplice, la percezione che il soggetto ha dello sforzo in relazione alla sua intensità. Se la persona indicasse un valore corrispondente a 5, allora si dovrebbe allentare l’allenamneto, oppure interromperlo a seconda del caso.

Se i test di valutazione motoria in generale permettono di controllare lo stato di forma dei soggetti, nelle persone con interesse “cardiometabolico” i test sono indicatori fondamentali di parametri riguardanti la salute, come ad esempio l’efficienza cardiovascolare e respiratoria. Eseguiti a intervalli regolari aiutano l’operatore a pianificare i carichi di allenamento ed evidenziano non solo i miglioramenti, ma anche eventuali peggioramenti dello stato di salute.

I test per determinare la Fitness dei soggetti sono diversi, a seconda di cosa si vuole verificare o conoscere. Nel caso di pressione alta e allenamento un test somministrabile potrebbe essere il 2km walking test, esso si usa in genere su persone in forte sovrappeso, sedentari o avanti con gli anni, prevede di percorrere 2 km nel minor tempo possibile. Non si impone la velocità della “camminata”, ma sicuramente vi dovrà essere un continuo controllo della frequenza cardiaca. Alla fine si raccolgono tutti i dati, si inserisce la formula diversa per uomo o donna e si otterà l’indice che indica il livello di forma: sufficiente, scarso, ecc.

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