Postura e schiena dritta

“La postura è espressione di un vissuto ereditato, di un vissuto personale, della formazione e deformazione culturale, di memorie dei propri traumi fisici ed emotivi, del tipo di vita e di stress che conduciamo, del tipo di lavoro e di sport a cui siamo assoggettati nel tempo: postura è il modo in cui respiriamo, il modo in cui stiamo in piedi, ci atteggiamo e ci rapportiamo con noi stessi e con gli altri. La nostra postura è l’espressione della nostra storia.” (Prof. D. Raggi)

Il titolo di questo articolo è provocatorio: “schiena dritta” in realtà dovrebbe essere solo un modo per indicare una persona ligia al dovere, invece spesso capita di sentir parlare di schiena dritta inteso come spalle senza gobba!

Sulla questione spalle e gobba ci arriviamo dopo, intanto cercherò di dirvi perchè la schiena, cioè la colonna vertebrale, non può essere dritta: essa ha 4 curve, di cui 2 cifosi e 2 lordosi, queste curve si definiscono fisiologiche e vuol dire che sono normali, infatti esse servono a mantenere il corpo in equilibrio e ad ammortizzare le pressioni interne e le sollecitazioni che arrivano dall’esterno, cioè dalla vita quotidiana. Se noi fossimo dritti non riusciremmo a contrastare la forza di gravità e cadremmo a terra, il gluteo ad oggi rappresenta il nostro baricentro. Se invece per schiena dritta s’intende un portamento elegante, stiamo parlando di altro e non per forza o non solo di salute della colonna vertebrale.

La schiena, volendo definirla in maniera semplice, può essere anche elegante ma non funzionale: si potrà, fino ad un certo punto, avere un portamento elegante ma la colonna vertebrale potrà risultare, ad una attenta analisi, ad esempio con delle rotazioni che portano fastidio e dolore al soggetto.

Molte persone dicono di voler migliorare la propria postura. Perchè volerla migliorare? Si accusano dolori, difficoltà nei movimenti? Se non ci sono dolori e difficoltà ricollegabili ad un mancato allineamento posturale più o meno idoneo, bisogna lasciare andare e mi viene da dire: “Finchè dura va bene cosi!” L’intervento sull’assetto posturale va fatto solo se c’è un’esigenza reale, riferito a dolori o alla difficoltà nel fare un determinato movimento. Accertata la causa, il tempo utile a migliorare la condizione sfavorevole è legato soprattutto ai tempi di risposta individuali, ma anche all’approccio scelto dal terapista e al professionista a cui ci si rivolge.

Non esiste la postura corretta, a prescindere da determinati fattori la nostra postura è la nostra carta di identità, bella o brutta che sia, è l’espressione di come il nostro corpo occupa lo spazio. Nel momento in cui un certo atteggiamento/vizio posturale reca danno, fastidio o dolore, allora il terapista o altro specialista dovrà agire sul soggetto in modo da alleviare la o le difficoltà. Abbiamo una postura di riferimento, quella ideale: la postura è il risultato di un equilibrio dinamico, non doloroso ed economico, in cui i singoli segmenti articolari, non vincolati dall’eccesso di tonia dei nostri muscoli, che lavorano sempre in accorciamento e non possono allungarsi da soli, sono liberi di muoversi in tutti i piani dello spazio che la fisiologia ha previsto loro. (Tratto da L’accademia del fitness, rivista wellness anti-age, aprile 2017 in maniera non fedele).

Cerco di immedesimarmi nei bisogni/desideri delle persone comuni che vorrebbero una postura corretta: un conto è voler migliorare la postura per dolori o altro, un’altra cosa invece è voler migliorare il portamento, in questo caso non ci si affida solo ad un esperto per la salute e l’attività fisica, ma anche ad altre figure.

Molto spesso le spalle sono ciò che noi vediamo della nostra postura, quindi capita di frequente avere il desiderio di migliorare le spalle, ma ciò potrebbe non voler indicare nulla. Ad esempio ci sono persone con una spalla più alta e una più bassa, ma potrebbe non essere la spalla ad avere questa asimmetria, bensì la lunghezza dell’arto inferiore cioè la gamba, che riflette poi un’asimmetria e provoca anche dei dolori a livello della spalla.

Il corpo va osservato, allenato e considerato per regione anatomica: spalla, gamba, braccio ma anche e soprattutto nella sua globalità. Spesso capita di vederci con la gobba alle spalle, quella che tecnicamente viene riconosciuta come cifosi non fisiologica, in questi casi il Personal Trainer può, sia in autonomia o in collaborazione (dipende dal caso) risolvere il problema, se possibile. Dipende sempre dal tipo di cifosi: paramorfismo oppure dismorfismo? Se la natura della cifosi è dovuta a paramorfismo, cioè a un atteggiamento viziato dove le cause possono essere diverse, il Personal Trainer può da solo o in collaborazione con altri professionisti, a seconda della causa, lavorare quasi sempre in autonomia. Se invece parliamo di dismorfismo, cioè alterazioni morfologiche in cui risulta interessata la componente scheletrica, in questi casi ne rispondono direttamente le figure mediche e quasi sempre si associa l’attività fisica, che aiuti in questo senso.

Compito e dovere del Personal Trainer è discernere le condizioni. Vi è una popolazione speciale che facilmente va incontro all’atteggiamento cifotico: persone anziane a seguito di processi di deterioramento, aggiungerei anche persone che non avendo fatto alcuna attività fisica si ritrovano ad età avanzata con una colonna vertebrale che letteralmente crolla, ma anche ragazzi che con l’uso eccessivo del motorino e del telefonino si avvicinano ad una percezione errata della colonna vertebrale, quindi ad uno schema non fisiologico. (Alcuni concetti sono tratti da manuali Elav, non riportati fedelmente).

Le osservazioni relative alle problematiche posturali sono oggetto di studio anche per migliorare le prestazioni sportive, per permettere all’atleta di apprendere più facilmente gli elementi tecnici e gli schemi. Le posture vengono studiate, allenate e utilizzate nel gesto tecnico specifico. (FONTE: Posture e sport di Vincenzo Canali edito da Calzetti Mariucci). Lavorare sulle posture rende l’atleta più performante e aggiungo che anche i non atleti saranno più performanti durante le loro azioni quotidiane, se hanno una postura funzionale, che gli consenta di muoversi liberamente.

Per il benessere posturale uno dei muscoli da attenzionare è il diaframma toracico: è il muscolo che usiamo principalmente per respirare, esso è il principale muscolo della parte centrale della schiena. Normalmente è in rapporto, in modo molto diverso, con organi importanti come cuore, polmoni e coste, stomaco, fegato, milza e colon, reni pancreas e ghiandole surrenali. Postura e diaframma sono in continua connessione, da e verso. Se ad esempio il diaframma non lavora bene, trascina con se anche la colonna vertebrale, viceversa se si ha una postura molto rigida, il diaframma ne risente.

Il baricentro è il punto di equilibrio, è il punto del corpo o di un oggetto intorno al quale il suo peso è in equilibrio. Se si osserva un asta rigida, simmetrica, il centro di gravità è facile da trovare: è il punto verso la metà in cui l’asta si tiene in equilibrio, quando viene sospesa. Ogni parte del corpo e lo stesso corpo umano, nel suo insieme, hanno un proprio centro di gravità. Conoscere dove si trova il centro di gravità è importante, per sapere dove applicare la forza e quanta ne deve essere esercitata, per muovere o mantenere una posizione. Il centro di gravità è più difficile da trovare nel corpo umano, a causa della sua forma irregolare normalmente, ad oggi, dopo le modificazioni morfologiche del corpo umano avute nel tempo, il baricentro viene localizzato a livello dell’osso sacro. Quando però il corpo o la sua parte superiore si muove il centro di gravità cambia, cambia anche nel momento in cui si aggiunge un peso al corpo.

Se si aspira ad avere una postura corretta, la si può trovare solo nei manuali, perchè la parola “corretta” è da considerarsi sempre in relazione alla persona. Si può avere una postura funzionale, che per me sta ad indicare una postura che sia di supporto al soggetto in qualsiasi momento: in attività statica, dinamica o da fermi, nel miglior modo possibile, libera o quasi libera da vincoli che facciano capo a problemi dovuti al campo visivo, problemi dovuti all’udito, problemi dovuti alla mandibola, traumi psichici e fisici, o di altra natura. Non credo molto ad una postura adeguata rapportata anche al risparmio di energie, poichè nessun corpo in perfetta sintonia con se stesso e con l’ambiente esterno può davvero risparmiare energia, al contrario è proprio nel consumo di energie che si può ricercare il modo per una vita migliore.

Quindi per avere una postura corretta, intesa comunemente in questo modo, bisogna praticare l’allenamento, non solo con la posturale (con tecniche come Mezieres, Raggi o altre), ma semplicemente allenarsi. L’allenamento Fitness da la possibilità di migliorare il proprio assetto posturale perchè, come da me inteso, risponde perfettamente a come noi viviamo e “subiamo” l’ambiente nel quale siamo immersi, supportando l’essere umano a vivere una condizione di vita migliore, soprattutto com’è ovvio che sia, utilizzando attrezzi ed esercizi idonei sarà di supporto al miglioramento della postura.

Ricordo, infine, che per la correzione della postura bisogna rivolgersi al posturologo, che con la propria diagnosi, è da supporto a fisioterapisti, osteopati, fisiatri, gnatologi, podologi e Personal Trainer, visto che finalmente dopo anni si è capito che la nostra figura si occupa anche di salute.

N.B. La relazione diaframma toracico con altri organi è menzionata in maniera grossolana, per comodità di lettura. I termini schiena e postura vengono usati in maniera non sempre corretta, questo è per facilitare la lettura a chi non conosce i concetti tecnici. Alcuni termini/concetti sono estratti dal manuale Issa e dizionario Zanichelli.

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